Maremma Trail - scopriamo il territorio
Maremma Trail - il territorio, storia e suggestioni
Partiamo da Grosseto per scoprire, appena usciti dalla città, uno dei protagonisti di questa storia che, con la sua presenza, ha permesso all’uomo di modellare il territorio della maremma grossetana, il fiume Ombrone.
È nell’ampia pianura ai piedi delle colline del Parco Regionale della Maremma che sboccano a mare le acque del fiume Ombrone, sempre pronte ad intorbidirsi alla prima acquata che bagna le colline del Chianti, dove iniziano la loro corsa verso il mare. È dalla confluenza con Farma e Merse che il fiume si allarga, e inizia il suo viaggio attraverso la maremma nei pressi di Paganico, antico posto di dogana della Repubblica di Siena dal XI secolo.
Poco più avanti, “sulla sommità di un poggio fra la strada Regia grossetana e il fiume Ombrone... a 14 miglia toscane a grecale di Grosseto” (Repetti – Dizionario Geografico Fisico e Storico della Toscana) si erge il borgo medievale di Campagnatico, già possedimento di quell’Omberto Aldobrandeschi citato da Dante nel canto XI del Purgatorio.
Dai Piani dell’Ombrone, dominati dai castelli di Monte Antico e Casenovole, si sale al borgo di Pari. Pedaliamo adesso la SP del Belagaio, senz’altro la più bella strada bianca che ancora resiste in provincia di Grosseto, inoltrandoci tra i fitti boschi della Riserva Naturale del Farma al confine tra le province di Siena e Grosseto per dirigersi verso le colline metallifere e le alture del massiccio del Sassoforte. Da Sassofortino si raggiunge Roccatederighi, che dall’alto di uno sperone trachitico domina la pianura alluvionale del fiume Bruna, l’antico Lago Prile. Siamo ormai entrati nell’area del Parco Nazionale della Colline Metallifere, patrimonio UNESCO. Ai piedi di un’imponente rocca eretta su uno scoglio di gabbro, troviamo il borgo di Montemassi, altra sosta obbligatoria sia per la recente ristrutturazione della Rocca Aldobrandesca sia per la storia, che lega questo borgo alla dominazione di Siena sulla Maremma, celebrata dal grande affresco di Simone Martini “Guidoriccio da Fogliano nell'assedio di Montemassi” collocato nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena.
Le voci narranti di questa storia, di cui alla fine ci sentiremo protagonisti, si intrecciano tra loro al nostro passaggio tra le strette vie dei borghi millenari e le alzaie dei canali di bonifica che ci accompagnano lungo il percorso. Voci che si fanno disperate, al passaggio da Ribolla nel ricordo della tragedia mineraria che il 4 maggio 1954 provocò la morte di 43 minatori. La tragica vicenda fu ripresa nel 1962 dallo scrittore grossetano Luciano Bianciardi nel suo libro La vita agra, al romanzo è ispirato l’omonimo film con Ugo Tognazzi del regista Carlo Lizzani (1964).
A Talamone, le voci si confonderanno nei mille dialetti dei garibaldini, che qui sostarono nel 1861 nei giorni che precedettero lo sbarco a Marsala, per diventare grida al passaggio da Maiano Lavacchio, dove ancora riecheggiano al vento i pianti delle mamme di undici giovani di Istia, martiri della furia fascista il 22 marzo del 1944.
E poi Montorsaio, che con Batignano diventa il paese dei Presepi nel periodo natalizio, Montiano altro possedimento senese posto a guardia dei “Paschi” maremmani fin dal XII secolo e Istia, con la Portaccia quasi a filo delle acque del fiume Ombrone che in tempi remoti iniziava da qui, a disperdersi in mille rivoli nella paludosa piana grossetana... ma ora basta ascoltare storie, è ora di iniziare a pedalare. Partiamo!
Maremma Trail - descrizione itinerario
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